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Fontana delle rane a Bolzano posta sotto tutela storico-artistica

La Fontana delle rane, in piazza Stazione a Bolzano, posta sotto tutela storico-artistica dalla Giunta provinciale su richiesta del Comune. Pronto progetto di restauro.

Per mantenere nel tempo uno dei simboli della città capoluogo, la Giunta provinciale, su intervento dell’assessora ai beni culturali, Maria Hochgruber Kuenzer, oggi (19 ottobre) ha disposto il vincolo diretto di tutela storico-artistica per la Fontana delle rane, in piazza Stazione a Bolzano. La Fontana delle rane, che sorge nel parco Berloffa di fronte alla stazione ferroviaria di Bolzano, costruita nel 1929 e completamente distrutta da una bomba il 29 marzo 1944, venne ricostruita in una forma leggermente diversa nel 1955, con la collaborazione degli stessi autori iniziali, Ignaz Gabloner e Francesco Rossi. La richiesta di sottoporre la fontana a vincolo di tutela come bene di interesse culturale era stata presentata dal Comune di Bolzano alla Soprintendenza ai beni culturali.
Il vincolo ora disposto dalla Giunta sarà in vigore dopo la pubblicazione della relativa delibera nel Bollettino Ufficiale della Regione. Il Comune di Bolzano ha già fatto predisporre un progetto per il restauro della fontana.

Attenzione verso le opere del Razionalismo e Neo Oggettività

“È importante tutelare i beni architettonici perché sono testimoni della storia dei luoghi, che consentono di ‘leggere’ al fine di trarre insegnamenti per il futuro”, fa presente l’assessora Hochgruber Kuenzer ricordando che Ignaz Gabloner è stato cofondatore dell’associazione degli artisti ”Südtiroler Künstlerbund”, svolgendo, come scultore e disegnatore, un ruolo importante nella formazione dello sviluppo artistico in Alto Adige nella prima metà del XX secolo.

Attualmente la Soprintendenza provinciale ai beni culturali pone particolare attenzione all’architettura realizzata in Alto Adige nella prima metà del secolo scorso, come fa presente la soprintendente Karin Dalla Torre sottolineando che: “Soprattutto a Bolzano sono presenti alcune opere architettoniche di importanza storica sia dal punto vista architettonico che artistico che testimoniano il periodo della Neo Oggettività e del Razionalismo in territorio altoatesino, degne di essere tutelate”.

Fontana con 9 anfore e 12 rane

La fontana è composta da un grande catino con un bordo angolare al centro del quale poggia un piccolo bacino a forma di ciotola collocata su un piedistallo quadrato. Al centro di questa zona rialzata c'è un gruppo stilizzato di 9 anfore (tre per lato e una nel mezzo), dal cui centro esce un getto d'acqua che raggiunge l'altezza di un metro prima di ricadere nella vasca. Un tempo arrivava fino a una decina di metri. Dalle 12 rane di bronzo, disposte in quattro gruppi da tre sul bordo del grande bacino, partono altrettanti getti d'acqua nella ciotola sopraelevata, da cui poi l'acqua scende tutt'intorno creando una sorta di velo uniforme. La rana nella mitologia simboleggia il legame con la terra. La pietra arenaria pressata utilizzata per realizzare la vecchia fontana fu sostituita nella seconda versione da travertino chiaro proveniente da Tivoli, vicino a Roma. Il bacino della fontana è costituito da un unico monolite del peso di 120 quintali. In origine la fontana era ornata con citazioni in latino sul tema dell'acqua di Lucrezio, Tibullo, Orazio e Claudio Rutilius Namatianus, che non vennero più riportate in sede di rifacimento.

I due architetti della Fontana delle rane: Gabloner e Rossi

I nomi degli autori della Fontana delle rane, gli architetti Ignaz Gabloner e Francesco Rossi, sono riportati nella parte inferiore del catino di travertino, di difficile accessibilità. Lo scultore bolzanino Ignaz Gabloner (1887-1964), con le sue sculture su edifici e in spazi pubblici, che contengono elementi stilistici essenziali del Modernismo europeo come l'Espressionismo, il Cubismo e la Neo Oggettività, ha contribuito a una rivisitazione stilistica. Tra le altre opere, Gabloner progettò anche la fontana di San Francesco all'inizio del Lungo Talvera a Bolzano, i bassorilievi in granito scuro, rivestimento delle pareti all'ingresso della Cassa di Risparmio in Piazza Walther a Bolzano, la rappresentazione della Trinità nella Chiesa di Cristo Re, il monumento ai caduti a Funes, il crocifisso al cimitero di Sesto nonché numerosi progetti di tombe. L’architetto Francesco Rossi, di Roma, progettò, per esempio, anche il complesso residenziale INCIS a Bolzano, e, in collaborazione con Guido Pellizzari e Luis Plattner, progettò la già “Casa Littoria” in piazza Tribunale a Bolzano, oggi Palazzo delle Finanze.


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