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Cave e torbiere: nuovo regolamento normativo in vista

La Giunta provinciale mira ad un equilibrio sostenibile tra la necessità di approvvigionamento e l'uso di materie prime e la compatibilità ambientale dall'altro.

La Giunta provinciale nella sua seduta odierna (15 febbraio) si è occupata dell'estrazione a cielo aperto, ossia quella di sabbia, ghiaia, pietra o torba. La Giunta provinciale ha approvato la proposta dell'assessore provinciale Philipp Achammer di procedere a una revisione dell'attuale legge provinciale del 2003. Il Presidente della Provincia Arno Kompatscher ha parlato di un "ampio dibattito sulla pianificazione generale", che dovrà consentire di trovare soluzioni in breve tempo a situazioni problematiche.

"Da un lato c'è bisogno di materie prime: le aziende chiedono sicurezza di pianificazione, disponibilità ed efficienza economica nell'uso delle materie prime. Dall'altro c'è una grande attenzione verso l'ambiente e la tutela delle risorse naturali" spiega l’assessore provinciale Philipp Achammer, che come titolare della relativa delega in Giunta provinciale ha tracciato il quadro della situazione: "Abbiamo una legge provinciale del 2003 che regola l'estrazione a cielo aperto e un piano provinciale delle cave e torbiere del 2005". Nel 2015, il termine di 10 anni del piano provinciale è scaduto. La scadenza di tale piano ha portato con sé diverse difficoltà, e dunque emerge la necessità di un nuovo regolamento per l'estrazione a cielo aperto.

Ok all'elaborazione di un nuovo piano cave

L’assessore Achammer ha sottolineato che le aree minerarie previste nel piano provinciale hanno anche portato a contrasti. L'assessore provinciale ha contestato l'accusa, proveniente dalle associazioni protezioniste, di rilascio sregolato di permessi per queste attività estrattive: "Dal 2015, abbiamo registrato una media 10 richieste all'anno, che sono state compensate da chiusure molto più numerose".

Prioritario l'equilibrio fra richieste dell'economia e tutela del territorio

"L'estrazione di materie prime - ha sottolineato l'assessore - è un requisito essenziale per l'edilizia locale per coprire la domanda annuale di circa 1,5 milioni di tonnellate di materiale di sabbia e ghiaia e circa 500.000 tonnellate di materiale roccioso" Non ha senso, né è sostenibile, chiudere tutte le cave e importare il materiale. Piuttosto, ha detto l'assessore, è necessario "raggiungere un equilibrio tra le esigenze dell'economia e gli aspetti di protezione e sostenibilità ambientale". "La salvaguardia e l'attenta estrazione delle materie prime minerarie sono di interesse pubblico" ha detto Achammer, aggiungendo che allo stesso tempo è necessario rispettare l'ambiente e le risorse. A tal fine, è necessario creare una mappatura dei depositi di sabbia e ghiaia che includa tutte le informazioni importanti, introdurre un monitoraggio della domanda e dell'estrazione e rivedere le condizioni di estrazione. In questo contesto, la Giunta ha accettato di rivedere la legge fondiaria n. 7 del 2003.


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