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Inondazioni: fare rete per rafforzare la sicurezza in Alto Adige

Numerosi sindaci altoatesini sono stati informati sulle modalità di gestione del rischio alluvionale in Alto Adige, durante un incontro avvenuto nella sede dell'Agenzia per la Protezione civile.

"Tutti noi siamo tutti chiamati a garantire la sicurezza dei nostri cittadini", ha sottolineato l'assessore provinciale alla Protezione Civile Arnold Schuler, rivolgendosi ai sindaci del territorio giunti nella sede dell'Agenzia per la Protezione civile di Bolzano per informarsi sulla gestione di eventi alluvionali e le situazioni di emergenza. Al recente incontro hanno partecipato anche Wolfram Gapp, presidente dell'Associazione provinciale dei vigili del fuoco volontari, e i presidenti dei distretti sul territorio. Al fine di coordinare ulteriori misure, sono stati presentati gli eventi avvenuti negli ultimi anni in Alto Adige e dintorni ed il lavoro preparatorio dell'Agenzia per la Protezione Civile in ottica futura. 

Il direttore dell'Area funzionale Bacini montani, Fabio De Polo, il direttore del Centro funzionale provinciale della Protezione civile, Willigis Gallmetzer, hanno fornito una panoramica delle loro aree di competenza. Complessivamente, nel corso degli anni, sono state erette 45.000 strutture trasversali e longitudinali, 1700 delle quali solamente negli ultimi cinque anni. Alla platea presente sono stati forniti esempi di allargamento di torrenti e fiumi ed è stata rimarcata l'importanza di queste misure anche dal punto di vista ecologico.

Il direttore dell'Agenzia per la Protezione Civile Klaus Unterweger ha sottolineato l'importanza di sensibilizzare la collettività, affinché tutti siano a conoscenza delle necessarie misure di sicurezza. Unterweger ha inoltre presentato i principi della gestione integrale dei rischi e ha sottolineato che, secondo gli studi, il pericolo di gran lunga maggiore per la provincia dell'Alto Adige è rappresentato dalle inondazioni.

L'ingegner Stefan Ghetta, dell'Ufficio Idrologia e dighe, ha riassunto i principali eventi alluvionali degli anni passati, in cui è stato possibile evitare l'inondazione di vaste aree, solo grazie all'impegno di molti volontari. Secondo i calcoli, per i corsi d'acqua inferiori dell'Adige e dell'Isarco si è trattato solamente di eventi con un periodo di ritorno da 10 a 30 anni. In termini di paragone, l'alluvione che ha coinvolto l'Emilia-Romagna lo scorso maggio ha rappresentato un evento eccezionale in grado di accadere ogni 400 anni, viste le dimensioni con cui si è consumato. Una soglia temporale che può arrivare fino a 800 anni, se si pensa invece alle inondazioni che due anni orsono colpirono i Länder della Renania Palatinato e del Nordreno-Vestfalia. A fronte di questi dati, è stato ribadito come l'Alto Adige debba fare anch'esso i conti con danni per centinaia di milioni di euro, anche nei casi di eventi di portata minore, rispetto agli eventi naturali sopracitati.

"La crescente frequenza di eventi meteorologici estremi", ha sottolineato l'assessore provinciale Schuler, "richiede concetti collaudati e innovativi e misure attuabili. Abbiamo il mandato e l'obiettivo di lavorare su questo aspetto e di sviluppare insieme piani a lungo termine per garantire un'efficace protezione dalle inondazioni". 


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